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Author: admin

Apr11

Scicli è un affascinate paesino barocco, definita da tutti “Città – Presepe” proprio per la sua posizione che sorge all’incrocio di tre valloni con una parte più antica ubicata vicino al colle San Matteo. A Scicli troviamo un patrimonio architettonico in stile barocco e tardo barocco di rilevante importanza, costruito dopo il terremoto del 1693. La ricostruzione venne basata su effetti illusionistici e ampi spazi barocchi. La città in effetti fa parte del Patrimonio Mondiale dell’Unesco. Tra i tanti palazzi barocchi di assoluta bellezza, troviamo il Palazzo Beneventano, situato alle pendici del colle San Matteo, caratterizzato da mascheroni. Sempre lì vi è la Chiesa di San Matteo simbolo di Scicli. La chiesa di San Bartolomeo Apostolo, risalente ai primi del ‘400 in stile tardo barocco – rococò, preserva numerosi stucchi che vanno dal ‘700 all’800. Scicli è pure ricca di numerose feste e tradizioni religiose quali la Madonna delle Milizie, la festa di San Giuseppe e U Gioia la domenica di Pasqua. Al giorno di oggi, Scicli deve pure la sua celebrità alla fiction del Commissario Montalbano visto che il Palazzo del Comune accoglie la sede del commissariato.

Apr10

Marina di Ragusa è una frazione di Ragusa ubicata sulle sponde del Mar Mediterraneo. L’antico nome del paese Mazzarelli che significa piccolo approdo deriva dall’arabo. Dalla fine del XVI secolo fu edificatala Torre Cabrera per scopi difensivi. Nacque allora un piccolo centro abitativo che si ingrandì soltanto alla fine del XIX secolo a seguito dei scambi commerciali con gli inglesi per le carrube e la pietra pece. Marina di Ragusa è costeggiata da lunghe spiagge di sabbia fine e dorata, caratteristica che si estende per tutta la litoranea da Sampieri a Punta Secca. La sua riviera è popolata da numerosi locali notturni, pub e ristoranti. Inoltre vi è la presenza del porto turistico inaugurato nel 2009 e pienamente operativo, dove attraccano centinaia di imbarcazioni. Come evento importante e tradizionale in questa frazione balneare che si festeggia nel giorno di ferragosto, vi è la festa della Madonna di Porto Salvo. Il simulacro della Madonna viene posto su una barca e ripercorre la maggior parte del litorale. Al rientro del simulacro, a fine serata, la festa si conclude con spettacoli e fuochi d’artifici.

Apr09

Ragusa è definita la città dei ponti per la presenza di tre strutture estremamente pittoresche che la caratterizzano, ma è anche conosciuta come l’isola nell’isola o l’altra Sicilia. Ragusa Ibla, la parte inferiore della città, è iscritta dal 2002 al Patrimonio Mondiale dell’Unesco. Estesa su una piccola collina, Ibla venne distrutta per il terremoto del 1693 che colpi tutta la Sicilia sud orientale e fu interamente ricostruita in stile tardo barocco. Ne è testimonianza il Duomo di San Giorgio, i palazzi nobiliari e le numerosissime chiese che la circondano. Il Portale di San Giorgio, edificato in stile gotico – catalano nella prima metà del XIII secolo è l’ultima traccia della chiesa di San Giorgio oggi scomparsa. Una passeggiata per le “viuzze” di Ibla vi porterà dalla Villa, bellissimi giardini pubblici alle scale per salire a Ragusa Superiore e raggiungere fra l’altro la Cattedrale di San Giovanni Battista. Ragusa Ibla è stata il set di molteplici film quali di recente il Commissario Montalbano, il famoso film Divorzio all’italiana e l’uomo delle stelle di Giuseppe Tornatore. In fine Ragusa Ibla è sede di importanti manifestazioni e tradizioni come Ibla Buskers, Ibla Grand Prize, la festa del Patrono San Giorgio e la Settimana Santa.

Apr08

Modica è certamente uno dei centri urbani più antichi della Sicilia tanto che si hanno notizie di primi insediamenti conquistati dai Greci, della successiva occupazione da parte dei Romani, e delle dominazioni da parte di popolazioni barbariche fino agli inizi del IX secolo quando arrivarono i Saraceni. Gli arabi la conquistarono nell’844-45 e tale dominazione musulmana non cessò che due secoli dopo la conquista da parte dei Normanni. Ha inizio cosi quello che è ritenuto il periodo più glorioso della storia di Modica, la più grande, ricca e potente Contea dell’isola. Adagiata ai fianchi di tre rilievi, Modica è tipicamente barocca, come tutte le città della zona ricostruite dopo il terremoto del 1963. Il suo centro storico costituisce uno degli esempi più significativi di architettura tardo barocca ed è stata iscritta nel 2002, insieme con il Val di Noto, nella lista dei Patrimoni dell’Umanità dell’UNESCO.
Sono considerevoli le tradizioni legate alla cucina tipica e ai dolci, ma la più famosa è senza dubbio la cioccolata. Prodotta seguendo un’antica ricetta azteca, da cui deriva la ricetta modicana, la sua lavorazione è rigorosamente artigianale ed a bassa temperatura, impedendone la perdita o l’alterazione delle componenti del cacao. Inoltre la pasta di cacao non arriva a fondersi con lo zucchero, dando sostanza ad una cioccolata fondente, leggermente granulosa, senza grassi vegetali aggiunti, non soggetta a liquefarsi fra le mani alle temperature estive, ed in cui è possibile distinguere nettamente i tre elementi che la compongono: cacao, zucchero e spezie (nella ricetta tradizionale, la cannella o la vaniglia).

Apr07

Punta Secca è un piccolo borgo marinaro, frazione di Santa Croce Camerina che si affaccia sul Mar Mediterraneo. In dialetto siciliano, viene chiamata “a sicca” (la secca) dagli abitanti del posto per gli scogli presenti in alcuni punti della spiaggia. Il borgo divenne rinomato a seguito del set cinematografico della fiction “Il Commissario Montalbano” ed attira tutt’ora un notevole flusso turistico. Particolari da notare sono la piazzetta, la torre Scalambri ed il Faro

Apr06

Il Castello di Donnafugata dista circa 15 chilometri da Ragusa. Al contrario di quanto il nome possa far pensare non si tratta di un vero e proprio castello medievale bensì di una sontuosa dimora nobiliare del tardo ‘800. Il castello copre un’area di circa 2500 metri quadrati. La facciata in stile neogotico, coronata da due torri laterali lo contraddistingue nella campagna iblea.
Ci sono varie ipotesi sull’origine del nome “Donnafugata”. Usualmente viene ricondotto ad un episodio leggendario, quale la fuga della regina Bianca di Navarra, vedova del re Martino I d’Aragona e reggente del Regno di Sicilia che venne imprigionata nel castello dal conte Bernardo Cabrera, che aspirava alla sua mano e, soprattutto al titolo di re. In realtà la costruzione del castello è successiva alla leggenda. Secondo altri il nome è la libera interpretazione e trascrizione del termine arabo ʻAyn al-Ṣiḥḥat (Fonte della Salute) che in siciliano diviene Ronnafuata, da cui potrebbe derivare la denominazione attuale.
La prima costruzione del castello sembra risalire ai Chiaramonte, conti di Modica nel XIV secolo. L’edificio, sottoposto a trasformazioni ed aggiunte fino al 1960, deve il suo aspetto fondamentalmente a Corrado Arezzo de Spuches, barone di Donnafugata e personaggio di primo piano nella vita politica del XIX secolo.
Il castello, diviso su tre piani, conta esattamente 122 stanze di cui una ventina sono oggi fruibili ai visitatori. Visitando le stanze che contengono ancora gli arredi ed i mobili originali dell’epoca, sembra quasi di fare un salto nel passato. Ogni stanza era arredata con gusto diverso ed aveva una funzione distinta. Da ricordare la stanza della musica con bei dipinti a trompe-l’oeil, la grande sala degli stemmi con i blasoni di tutte le famiglie nobili siciliane e due antiche armature, il salone degli specchi (ornato da stucchi), la pinacoteca con quadri neoclassici della scuola di Luca Giordano. Notevole, poi, il cosiddetto appartamento del vescovo, che comprende un’anticamera e l’appartamento vero e proprio, dove il vescovo veniva spesso ospitato. Un tempo, le sale erano ricche di mobili intagliati ed intarsiati in stile Boulle, fra i più preziosi di tutto il castello. Intorno al castello si trova un ampio e monumentale parco di 8 ettari ove varie “distrazioni” allietavano gli ospiti, come il tempietto circolare, la Coffee House, alcune “grotte” artificiali dotate di finte stalattiti o il particolare labirinto in pietra costruito nella tipica muratura a secco del ragusano ancora fruibile.