Il Castello di Donnafugata dista circa 15 chilometri da Ragusa. Al contrario di quanto il nome possa far pensare non si tratta di un vero e proprio castello medievale bensì di una sontuosa dimora nobiliare del tardo ‘800. Il castello copre un’area di circa 2500 metri quadrati. La facciata in stile neogotico, coronata da due torri laterali lo contraddistingue nella campagna iblea.
Ci sono varie ipotesi sull’origine del nome “Donnafugata”. Usualmente viene ricondotto ad un episodio leggendario, quale la fuga della regina Bianca di Navarra, vedova del re Martino I d’Aragona e reggente del Regno di Sicilia che venne imprigionata nel castello dal conte Bernardo Cabrera, che aspirava alla sua mano e, soprattutto al titolo di re. In realtà la costruzione del castello è successiva alla leggenda. Secondo altri il nome è la libera interpretazione e trascrizione del termine arabo ʻAyn al-Ṣiḥḥat (Fonte della Salute) che in siciliano diviene Ronnafuata, da cui potrebbe derivare la denominazione attuale.
La prima costruzione del castello sembra risalire ai Chiaramonte, conti di Modica nel XIV secolo. L’edificio, sottoposto a trasformazioni ed aggiunte fino al 1960, deve il suo aspetto fondamentalmente a Corrado Arezzo de Spuches, barone di Donnafugata e personaggio di primo piano nella vita politica del XIX secolo.
Il castello, diviso su tre piani, conta esattamente 122 stanze di cui una ventina sono oggi fruibili ai visitatori. Visitando le stanze che contengono ancora gli arredi ed i mobili originali dell’epoca, sembra quasi di fare un salto nel passato. Ogni stanza era arredata con gusto diverso ed aveva una funzione distinta. Da ricordare la stanza della musica con bei dipinti a trompe-l’oeil, la grande sala degli stemmi con i blasoni di tutte le famiglie nobili siciliane e due antiche armature, il salone degli specchi (ornato da stucchi), la pinacoteca con quadri neoclassici della scuola di Luca Giordano. Notevole, poi, il cosiddetto appartamento del vescovo, che comprende un’anticamera e l’appartamento vero e proprio, dove il vescovo veniva spesso ospitato. Un tempo, le sale erano ricche di mobili intagliati ed intarsiati in stile Boulle, fra i più preziosi di tutto il castello. Intorno al castello si trova un ampio e monumentale parco di 8 ettari ove varie “distrazioni” allietavano gli ospiti, come il tempietto circolare, la Coffee House, alcune “grotte” artificiali dotate di finte stalattiti o il particolare labirinto in pietra costruito nella tipica muratura a secco del ragusano ancora fruibile.